[Recensione]Lost Oddysey[Xbox 360]

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     imagePiattaforma: Xbox 360
    Produttore: Microsoft Studios
    Sviluppatore: Mistwalker
    Distributore: Microsoft
    Genere: Gioco di Ruolo a turni
    Età consigliata: 16+
    Supporto multiplayer: Assente
    Sito web di riferimento: Sito Ufficiale
    Data d’uscita: disponibile dal 29/02/2008
     

     

    Immortalità

     

    Essere immortali. Desiderio di tutte le generazioni che hanno solcato questo pianeta, di tutti gli uomini. Sopravvivere alle ere, alle guerre, alle catastrofi, ai millenni. Essere una costante nel mondo, questa è l’immortalità. Come spesso succede però, esiste un rovescio della medaglia, una maledizione. Non morire mai significa prettamente soffrire. Sopravvivere ai propri genitori, ai propri figli, ai nipoti. Veder andare all’altro mondo persone tanto amate, ogni giorno, rende questo dono una maledizione, obbligando a vivere nel presente, cercando di dimenticare i dolori che riserva il passato.

    Kaim Argonar è un immortale. Egli è il protagonista di Lost Odyssey, seconda fatica dei ragazzi di Mistwalker su Xbox 360 (già autori di Blue Dragon) e sicuramente uno dei titoli di punta di questo 2008 per la console Microsoft.

     

    1000 anni di storia

     

    Il mondo dove è ambientato Lost Odyssey in passato era alquanto simile al nostro, ma la scoperta di forze magiche latenti in ogni essere umano - e nella natura - diedero il via alla “Rivoluzione industriale magica”, che cambiò la vita dei cittadini. L’energia veniva perciò procurata dall’immagazzinamento del potere magico e molti umani divennero maghi, mentre il pianeta si riempì di mostri e bestie trasformate dai flussi magici.

    Le premesse della trama vera e propria vedono il giocatore impersonare i panni di Kaim, un soldato che ha ricevuto il dono di vivere per l’eternità e che da mille anni percorre le strade del mondo. Egli è un mercenario che, all’inizio del gioco, è legato all’esercito della repubblica di Uhra, del quale è un comandante. Nello spettacolare filmato introduttivo, Kaim guida il proprio esercito contro quello della nemica Khent, fino a quando un enorme meteorite distrugge il campo di battaglia, uccidendo la quasi totalità dei combattenti, eccetto (ovviamente) il nostro protagonista. Il consiglio della repubblica ritiene che la colpa di questo evento sia da imputare ad una perdita di energia dal Grand Staff, uno strumento altamente instabile destinato a controllare l’energia magica in costruzione presso il mare di Baus; perciò si decide di inviare Kaim, accompagnato da un’altra immortale, l’ex-piratessa Seth Balmore, ad indagare sull’avvenimento. Allo stesso tempo, viene trattenuto agli arresti nel proprio palazzo Gongora, capo del progetto nonchè mago più potente dello stato, colui che aveva reso Kaim un immortale. Gongola, però, cela trame molto complesse contro la repubblica e finirà per incrociare di nuovo il proprio destino con Argonar e compagni.

     

    Sogno o son desto?

     

    Durante il proprio viaggio, il giocatore dovrà fare i conti con la fallace memoria di Kaim, che pare aver rimosso del tutto il proprio passato. Recuperando i suoi ricordi si sveleranno numerosi retroscena, i quali andranno ad incastrarsi nella trama principale. Tutto ciò avverrà tramite l’originale sistema dei sogni.

    In Lost Odyssey saranno presenti ben trentaquattro visioni oniriche, che potranno essere visualizzate attraverso la modalità “1000 anni di sogni” ogni qualvolta se ne sblocchi una o in ogni occasione nella quale i protagonisti si riposeranno. Questi sogni non sono giocabili gamepad alla mano, ma si trattano solamente di brevi racconti di poche migliaia di caratteri che appariranno sullo schermo assieme ad un sottofondo musicale e di immagini. Queste sezioni rappresentano una delle caratteristiche peculiari dell’ultimo gioco di Hironobu Sakaguchi (fondatore di Mistwalker e ideatore della serie Final Fantasy) e trasmettono forti sentimenti, grazie alla qualità elevatissima degli scritti, non a caso affidati a celebri autori giapponesi.

    Questi sogni potranno essere “attivati” assistendo ad alcuni episodi della storia, i quali apriranno dei varchi nella mente di Kaim, permettendogli di ricomporre il mosaico della propria memoria.

    Dove sono le invocazioni?

     

    Il sistema di controllo di Lost Odyssey non introduce particolari novità nel campo dei Jrpg (giochi di ruolo giapponesi) a turni, riprendendo molto dalla tradizione di Final Fantasy. A scandire i combattimenti, rigorosamente casuali (ma per fortuna non eccessivamente frequenti), si ritrovano i classici punti salute (Ps) e punti magia (Pm), in aggiunta ad un sistema di abilità acquisibili in vari modi.

    Per quanto riguarda le abilità, appunto, è necessario fare la distinzione tra personaggi immortali e mortali: i personaggi mortali apprenderanno nuove tecniche - quali magie bianche, immunità dalle paralisi o aumento della forza d’attacco in situazione di Ps critici - salendo di livello o equipaggiandosi con speciali accessori. Diversamente, gli immortali non potranno imparare abilità tramite l’avanzamento nei livelli, ma solo ottenendo i punti detti Pa (punti abilità, chiaramente, dobbiamo proprio spiegarvi tutto!) al termine di una sfida e utilizzandoli poi per acquisire le abilità stesse dagli oggetti, in maniera simile al resto dei combattenti. Allo stesso tempo potranno usufruire del “collegamento abilità” ed usare i Pa per “copiare” le tecniche dei propri compagni mortali al momento nel party (la squadra, in un gioco di ruolo).

    Un altro punto da approfondire riguarda l’introduzione degli anelli, che potranno essere direttamente forgiati dal menù di gioco, combinando elementi che è possibile trovare lungo le ambientazioni. Essi sono degli accessori capaci di aggiungere una determinata caratteristica agli attacchi fisici portati dai componenti della squadra, ad esempio aumentando la potenza o incorporando una carica elementale nelle armi. Gli anelli non funzionano in automatico, bensì devono essere attivati ad ogni attacco, riuscendo a premere il tasto Rt al momento giusto durante l’animazione del personaggio, seguendo l’indicazione fornita da un cerchio concentrico puntato verso il proprio obbiettivo.

    Le novità si esauriscono qui; i turni dei personaggi sono fissi e basati sulla velocità e fortunatamente non è possibile visualizzarli prima di attaccare, per eventualmente concentrare gli attacchi sui nemici più rapidi. Mancano - clamorosamente - le invocazioni, caratteristiche dei precedenti lavori di Sakaguchi, presenti persino nel recente Blue Dragon, facendoci probabilmente rimpiangere il caro vecchio Ifrit (chiunque abbia giocato un Final Fantasy non scorderà mai questo nome) davanti ad una massa di piante carnivore troppo cresciute.

     

     

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    Due parole: Nobuo Uematsu



    Uno dei punti di forza di questo Lost Odyssey è sicuramente il comparto sonoro. Per quanto riguarda le voci, a fronte di doppiaggi italiani poco ispirati, si fanno notare quelli giapponesi e inglesi, certamente di ottima fattura. A volte capita che un effetto sonoro si sovrapponga al parlato durante alcune scene, rendendo difficile la comprensione, ma fortunatamente si tratta di un problema davvero sporadico e non rilevante nel complesso della valutazione sulla qualità generale del mixaggio.

    Posto il doppiaggio quantomeno discreto, il vero cavallo di battaglia dell’audio che accompagna le peripezie di Kaim è la colonna sonora, composta per l’occasione dal maestro Nobuo Uematsu, compositore giapponese di fama internazionale e già autore delle musiche della serie principale di Final Fantasy, oltre al recente Blue Dragon e all’intramontabile Chrono Trigger. Il “main theme” del gioco lascia semplicemente ammaliati (una curiosità: è stato suonato per la prima volta dal vivo in Italia, a Firenze, lo scorso 28 ottobre dall’orchestra I Nostri Tempi), mentre le restanti tracce si adattano a pennello alle varie situazioni: si spazia da rilassati – e rilassanti – motivetti durante l’esplorazione delle città, a pezzi eseguiti con furore da un’intera orchestra durante le fasi più importanti della storia.

    In poche parole un capolavoro. Magari non ai livelli delle fantastiche soundtracks di Final Fantasy 7 (ma anche dell’ottavo episodio) ma senza dubbio una produzione degna di essere chiamata Musica.



    Un mondo colorato e dalle mille sfaccettature



    Lost Odyssey è stato realizzato sfruttando l’Unreal Engine 3 e vanta una grafica di tutto rispetto. I modelli poligonali dei personaggi sono impressionanti, visti da una media distanza, dettagliati come mai in un Gdr; migliorabili invece i volti e le mani, protagonisti saltuariamente di impietose zoomate che ne mettono in risalto il livello di realizzazione che è purtroppo solo accettabile. I mostri incontrati lungo il cammino sono costruiti anch’essi splendidamente, ricchi di particolari. Una menzione particolare alle acconciature dei protagonisti, che sfiorano livelli mai raggiunti prima (davvero notevole la chioma bionda del Principe Tolten, per esempio). Anche il settore animazioni supera ampiamente la sufficienza, nonostante renda certamente meglio nei combattimenti rispetto alle fasi di esplorazione.

    E’ nelle ambientazioni, però, che il motore grafico di questo titolo mostra i muscoli. A memoria non si ricorda nessun altro esponente del genere così ricco in qualità e varietà a proposito dei fondali, realizzati completamente in tre dimensioni (nonostante non sia possibile muovere in circolo la telecamera). Si passa da spiagge, con annessa barriera corallina, a montagne afflitte da piogge torrenziali, a città costruite su canali simil-Venezia. Tutto ciò avviene in un’esplosione di colori, particolari e dettagli che contribuiscono a spalancare la bocca davanti ad alcuni panorami mozzafiato. Davvero uno splendido lavoro.

    I viaggi tra queste locations avverranno in automatico, quindi manca una vera mappa del mondo giocabile come la tradizione del genere ci aveva abituato. Basterà semplicemente selezionare la seguente tappa del nostro cammino per raggiungerla in pochi secondi. Durante l’esplorazione dei livelli, occorre prestare attenzione ad ogni anfratto suggerito dalla mappa situata in alto a destra nella schermata di gioco, la quale presenta tre diversi livelli di ingrandimento. Ricoprendo tutto il territorio delle ambientazioni sarà possibile raccogliere centinaia di strumenti, aprendo i canonici forzieri, staccando volantini dai muri o calciando quelle che parevano semplici piante. Questa ricerca di tesori in ogni anfratto aumenta particolarmente la longevità del gioco, spingendoci ad esplorare deviazioni dalla strada principale che normalmente non avrebbero suscitato alcun interesse.


    Un viaggio convincente, pur con qualche ombra

     

    I 4 Dvd che compongono Lost Odyssey risulteranno certo piacevoli agli appassionati, che non si faranno spaventare dalla immane quantità di dialoghi e di cut-scenes (scene d’intermezzo) presenti nel gioco. Esse, a volte, risultano davvero eccessive, togliendo al giocatore il controllo sugli eventi per delle intere mezz’ore, impossibilitando oltretutto il salvataggio: un piccolo problema, in caso di esaurimento del tempo disponibile per giocare.

    D’altra parte una longevità oscillante tra le 50 e le 80 ore - a seconda della relativa calma con la quale si affronterà l’esplorazione delle location e la lettura dei sogni o del numero di subquests (avventure secondarie) che si deciderà di portare al termine - risulta accettabile e giusta, nonostante alcuni cali nella trama si verifichino durante il secondo Dvd e nel finale.

    Un altro piccolo appunto riguarda i frequentissimi caricamenti che contraddistinguono anche la versione definitiva di Lost Odyssey e che si verificano praticamente ad ogni cambio di schermata, scena o ambientazione, spezzettando parecchio il ritmo del gioco, già di per sé non troppo alto. A diminuire ulteriormente questo ritmo c’è l’elevata difficoltà del gioco, assurdamente verificata per lo più nelle fasi iniziali. Il primo boss si dimostra un osso durissimo, nonostante l’aver combattuto tutti i nemici incontrati sul cammino ed aver aumentato il proprio livello di esperienza; è molto importante usare magie difensive e cambiare l’equipaggiamento elementale delle armi per poter avere la meglio sugli avversari più ostici. Ad aiutarci saranno ancora una volta le abilità, che permetteranno senza particolari sforzi (già nelle prime ore di gioco, grazie ad alcuni accessori) di poter analizzare tipo, debolezze e quantità di punti salute degli avversari, dandoci facoltà di determinare le nostre strategie di attacco con cognizione di causa.

    In sintesi: Lost Odyssey si dimostra un ottimo titolo, non esente però da quei piccoli difetti che gli negano di raggiungere i livelli dei mostri sacri del genere. Ricorda in molti aspetti Final Fantasy VIII, un ottimo gioco tradito però da qualche sezione poco ispirata per quanto riguarda la trama, ma protagonista di una realizzazione grafica e di gameplay ben sopra la media. Non si può parlare di delusione, visto che al momento e senza dubbio alcuno Lost Odyssey risulta il miglior Jrpg di questa generazione; allo stesso tempo però l’enorme quantità di aspettative che portava con sé non lo candidano a voti più altisonanti, un po’ come nel caso del recente Halo 3.

    Mistwalker comunque ha fatto centro per la seconda volta su Xbox 360, dopo il meno pretenzioso Blue Dragon, anche se non ai livelli che ogni fan di “Sakaguchi & Co.” sognavano. Avanti ora con i nuovi progetti come Cry On, augurandoci che, nel peggiore dei casi, siano tanto “deludenti” come questo splendido Lost Odyssey.

     

    In Alternativa:

     

    • Blue Dragon - Esordio di Mistwalker su Xbox 360: musiche di Nobuo Uematsu, character design di Akira Toriyama, gioco firmato da Hironobu Sakaguchi. Un trittico di nomi importanti per un gdr "bambinesco", ma assolutamente di ottima fattura.

    • Eternal Sonata - In origine esclusivo per la console di casa Microsoft, arrivato in seguito anche su Playstation 3, l’onirico e visivamente splendido gioco di ruolo realizzato da Namco Bandai, ambientato in un sogno del compositore Chopin. Consigliato, anche per chi non è un amante del genere.

     


     
     
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  2. Genio Dei Pokemon
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    Wow bello
     
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    Grazie.
     
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